2023CASA MASACCIO

MAURO STACCIOLI
San Giovanni Valdarno 1996-2023

A cura di Ilaria Bernardi, con il contributo scientifico di Caterina Martinelli
Inaugurazione, sabato 24 giugno h 16.30


Mauro Staccioli, Tondo pieno, 1996, grafite e vernice industriale su carta intelata, 105x156cm | Ph. Torquato Perissi
Courtesy Galleria il Ponte, Firenze

Il Comune di San Giovanni Valdarno e Casa Masaccio centro per l’arte contemporanea promuovono una serie di iniziative tese alla valorizzazione dell’artista Mauro Staccioli in occasione della donazione alla città, da parte della figlia Giulia, e dell’installazione definitiva del gruppo scultoreo composto dai cinque grandi
“Tondi” in cemento armato che nel 1996 invasero Corso Italia, con l’intento di marcare la direttrice dell’impianto urbano anticamente progettato da Arnolfo di Cambio, e per indurre i cittadini a ripensare la storia attraverso la contemporaneità.

“Una scultura aperta, disseminata, eppure costruita, modellata per misurazioni di equilibri plastici e formali; per gradi di avvicinamento al contesto ambientale urbano, architettonico, ascoltandone le pulsioni umane, i suggerimenti morfologici, tattili, visivi”, scrisse l’artista in merito a quel suo intervento di cui rimane ancora vivo il ricordo nella memoria della comunità di San Giovanni Valdarno.

Successivamente, nel 2011, Staccioli individuò un nuovo sito per quel gruppo scultoreo: lo spazio che funge da cerniera tra uno degli stabilimenti dell’ex-Italsider, nella zona industriale di S. Andrea, e il nuovo accesso a nord della città.

La ricollocazione, nel 2023, dei cinque “Tondi” proprio in quello spazio individuato dall’artista dodici anni fa, non solo ne valorizza la donazione, ma costituisce soprattutto un’occasione di riqualificazione del luogo e del suo paesaggio. Secondo le volontà di Staccioli, la “scultura a scala urbana” è stata ora rivestita nei bordi con acciaio corten, simbolo dell’attività siderurgica e della storia industriale della città.
La sua ricollocazione prende le mosse dal riconoscimento del valore civico dell’arte contemporanea all’interno della comunità in cui è inserita, ed è al contempo funzionale a intrecciare i luoghi e la loro memoria valorizzando i temi del lavoro e la storia economica cittadina.

D’altra parte, l’approccio operativo di Staccioli fin dagli anni Settanta era infatti desideroso di porre in dialogo le sue opere con il contesto circostante (da intendersi sia come ambiente sia come comunità), facendolo divenire contenitore e contenuto, vero e proprio elemento strutturale del suo lavoro. Da qui la possibilità di interrogare, percepire e ri-costruire ogni volta in modo diverso le sue opere e i luoghi dove sono collocate in base ai diversi riferimenti culturali, storici e sociali attraverso i quali li si guarda.

Il primo appuntamento è la mostra dedicata all’artista volterrano, dal titolo Mauro Staccioli – San Giovanni Valdarno 1996-2023, a cura di Ilaria Bernardi, con il contributo scientifico di Caterina Martinelli. Promossa da Casa Masaccio centro per l’arte contemporanea in collaborazione con l’Archivio Mauro Staccioli e la Galleria il Ponte, si presenta come un omaggio all’artista e alla sua pratica.
L’inaugurazione in Casa Masaccio, è prevista alle 16.30 di sabato 24 giugno

Al piano terra i visitatori sono accolti dai video e gli interventi realizzati nel 2020 da dieci artisti toscani contemporanei in omaggio a Staccioli, in occasione del progetto Artist for Mauro Staccioli: Massimo Bartolini, Francesco Carone, Loris Cecchini, Vittorio Corsini, Daniela De Lorenzo, Flavio Favelli, Giovanni Ozzola, Paolo Parisi, Luigi Presicce, Enrico Vezzi.

Al primo piano il percorso espositivo presenta la documentazione progettuale del gruppo scultoreo del 1996 e la sua revisione del 2011 per la sua nuova collocazione insieme ad un importante nucleo di 20 opere, tra sculture, maquette e disegni, utili ad approfondire la pratica di Staccioli, tra i quali i lavori in cemento e ferro degli anni Settanta (come Anticarro, 1971, e Barriera, 1970/1992), nei quali acuminate punte e barre angolari in ferro inducono a una presa di coscienza critica rispetto al presente storico dei cosiddetti “anni di piombo”, nonché alcune opere in acciaio corten (come La Boldria, 2009, Ellisse, 2005-2006, Triangolo dai lati curvi, 2010) che testimoniano la svolta intrapresa a partire dagli anni Ottanta verso una pratica ambientale funzionale a ‘scolpire i luoghi’, ponendo un segno plastico in rapporto dialettico con il luogo nel quale è inserita.

Al secondo piano di casa Masaccio è proiettato un film documento realizzato da Francesco Castellani dedicato alle grandi installazioni di Staccioli in Italia e all’installazione definitiva del gruppo scultoreo donato a San Giovanni Valdarno.

Infine dal 15 luglio 2023 il percorso espositivo si arricchirà dell’opera donata alla città Mauro Staccioli Ri_pensare l’urbano 2011-2023 e della sua fruizione.

La mostra è accompagnata dal catalogo Mauro Staccioli. San Giovanni Valdarno 1996-2023, con
testi di Ilaria Bernardi e Caterina Martinelli, in italiano e inglese, con immagini della mostra e
dell’installazione scattate da OKNO Studio – Ela Bialkowska, pp. 64, 17×20 cm, Ed. Gli Ori, Pistoia 2023.

Inoltre, sempre nell’ambito delle attività di valorizzazione proposte, sabato 15 luglio 2023 alle 21.15 si terrà l’inaugurazione e la presentazione al pubblico dell’installazione definitiva del gruppo scultoreo donato alla città, nello spazio di verde pubblico adiacente allo stabilimento dell’ex-Italsider – Sant’Andrea.
Alla cerimonia, oltre alle autorità cittadine e regionali, alla curatrice e storica dell’arte Ilaria Bernardi, e all’Archivio Mauro Staccioli, sarà presente anche la figlia dell’artista, Giulia Staccioli.

Mauro Staccioli nasce nel 1937 a Volterra e si diploma nel locale Istituto d’Arte nel 1954. Nel 1960 si trasferisce in Sardegna dove insegna e fonda, insieme a giovani artisti e intellettuali sardi, il Gruppo di Iniziativa. Nel 1963 si sposta prima a Lodi e successivamente a Milano; assumerà l’incarico di direttore del Liceo Artistico di Brera nel 1974/75 e 1978/79 e successivamente del Liceo Artistico Statale di Lovere (BG). Dopo un primo periodo in cui sperimenta la pittura e l’incisione, dalla fine degli anni Sessanta Staccioli si dedica alla scultura e nel 1972 matura l’idea di organizzare una serie di “sculture-intervento” nella città di Volterra: la mostra “Sculture in città” segna una svolta aprendo gli spazi urbani a quel che fino ad allora era relegato solo in gallerie e musei. Da questa prende corpo “Volterra ‘73”, curata da Enrico Crispolti, che sancisce l’inizio di un nuovo modo di intendere la scultura portato a completa espressione nella mostra “Lettura di un ambiente” realizzata a Vigevano nel 1977.
Dopo una serie di mostre in gallerie e spazi milanesi, arriva l’invito alle Biennali di Venezia del 1976 e del 1978, anno in cui realizza il celebre Muro.
Gli anni Ottanta si aprono con lo squarcio del pavimento dello Studio Mercato del Sale di Milano (1981) e con le installazioni alla GNAM di Roma nel 1981 e a Villa Gori a Celle (PT) nel 1982. Il lavoro di Staccioli comincia ora a riscuotere crescente attenzione all’estero: realizza interventi a Londra (1982), a Tel Hai (1983), a Lione (1984), Amherst in Massachussetts (1984), a La Jolla in California (1987), a Seul (1987), alla Djerassi Foundation in California (1987-1991). Si ricordano poi i due interventi italiani, alla Rotonda della Besana (Milano) nel 1987 e al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato) nel 1988.
Negli anni Novanta sperimenta nuove forme, anelli a Ordino d’Arcalis in Andorra (1991), tondi nella Fondazione Mudima di Milano (1992), sfere nella piana di Ozieri in Sardegna (1995). In Corea interviene per il Contemporary Art Museum di Kwacheon (1990) e a Bruxelles realizza Equilibrio sospeso presso il Rond Point de l’Europe (1998). Seguono gli interventi presso il Lapiz Building a La Jolla (2003), a Taiwan (2003), a Porto Rico (2004). Nel 2009 torna a Volterra dove per la mostra “Mauro Staccioli – Luoghi d’esperienza”, in collaborazione con le gallerie Il Ponte e Niccoli, realizza 19 grandi sculture ambientali, molte tuttora installate. Nel 2010 su un’altura a Motta D’Affermo, nel parco di Fiumara d’Arte in Sicilia, realizza 38º Parallelo e nel 2011 al Parco archeologico di Scolacium e al MARCA di Catanzaro si tiene la mostra “Mauro Staccioli. Cerchio Imperfetto”, a cura di Alberto Fiz. Nel 2014 lo Château de Seneffe in Belgio gli dedica una mostra nel giardino storico per il quale realizza due interventi e quello stesso anno realizza Seogwipo 2014 nell’isola di Jeju in Corea.
Nel 2018, anno della sua scomparsa, la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma e la GNAM di Roma organizzano la retrospettiva “Mauro Staccioli: Sensibile Ambientale” nelle Terme di Caracalla a cura di Alberto Fiz.
Nel 2020 è promossa dall’Archivio la mostra digitale, “Digital for Mauro Staccioli”, a cura di Ilaria Bernardi e vincitrice del bando Toscanaincontemporanea 2020 della Regione Toscana. Quello stesso anno è avviato presso l’Archivio Mauro Staccioli il progetto di ricerca, tuttora in corso, di digitalizzazione del materiale documentario, condotto dalla Bibliotheca Hertziana e seguito da Caterina Martinelli.
Staccioli è stato membro dell’Académie Royale des sciences, des lettres et des beaux-arts de Belgique e Accademico Nazionale dell’Accademia di San Luca.

Ilaria Bernardi è dottore di ricerca in storia dell’arte e curatrice.
Tra le sue precedenti collaborazioni, ha lavorato, tra gli altri, con Germano Celant e, al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, con Carolyn Christov-Bakargiev. Ha curato mostre per istituzioni pubbliche come il MAECI-Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e per importanti spazi espositivi in Italia e all’estero, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma; Palazzo delle Esposizioni, MAXXI, Auditorium Parco della Musica, Roma; Villa e Collezione Panza, Varese; Triennale, Milano; Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, Pistoia; Magazzino Italian Art, Cold Spring, NY; IIC New York; ArtOmi, New York; IIC Madrid; Keyes Art Mile, Johannesburg; 6 Spin Street, Cape Town.
Attualmente è la curatrice di Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani, progetto espositivo ed educativo itinerante, promosso dall’Associazione Genesi a partire dal 2021.
Oltre a indagare i principali temi dell’arte internazionale più recente quali le cogenti questioni sociali e ambientali attuali, Ilaria Bernardi è specializzata nelle ricerche artistiche sviluppatesi in Italia dal Dopoguerra fino a oggi, prestando una particolare attenzione alle ricerche sviluppatesi negli anni Sessanta e soprattutto a quelle degli artisti dell’Arte povera.
Tra le sue monografie si ricordano Marinella Senatore (SilvanaEditoriale, Milano 2022); Opere e Archivi. Mara Coccia e Daniela Ferraria (SilvanaEditoriale, Milano 2020), La Tartaruga. Storia di una galleria (Postmediabooks, Milano 2018); Giulio Paolini. Opere su carta (Prinp – Editoria d’Arte 2.0, Torino 2017); Arte e Impresa. Omaggio a Marco Rivetti (Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino 2017); Vincenzo Agnetti. Testimonianza (Gli Ori, Pistoia 2015); Teatro delle mostre. Roma, maggio 1968 (Scalpendi editore, Milano 2014).
Dal 2022 è professore in “Archivi d’artista” all’interno del secondo anno del corso di laurea magistrale in “Arte, valorizzazione e mercato” presso la IULM-Università di Lingue e Comunicazione di Milano.
È stata relatore in occasione di numerosi convegni in Italia e all’estero e pubblica regolarmente in riviste scientifiche e periodici di settore.

Ingresso gratuito | Orari: Lunedi chiuso, da martedi a venerdi 15-19 Sabato, Domenica e festivi 10-13/15-19


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