Mauro Staccioli nasce nel 1937 a Volterra e dove si diploma all’Istituto d’Arte nel 1954. Nel 1968 si trasferisce a Milano dove insegna al Liceo Artistico di Brera per poi assumere l’incarico di direttore. Partecipa alla Biennale di Venezia (1976, 1978) e tra gli interventi ambientali si citano le installazioni di fronte al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (1988), nel piazzale principale del Parco Olimpico di Seoul (1988), per il Parc Tournay Solvay a Bruxelles (1996) e l’installazione alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (2011). È membro associato dell’Académie Royale des Sciences, des Lettres et des Beaux-Arts de Belgique e dell’Accademia Nazionale di San Luca dal 2008.
– data 1996
– titolo Corso Italia
– tecnica installazione ambientale composta da 5 ruote di cemento
– dimensione ambientale, ruote di 3 m di diametro
– descrizione: Installazione Corso Italia (1996) presenta cinque ruote di cemento di grande formato posizionate lungo l’asse principale del centro storico di San Giovanni Valdarno, Corso Italia appunto. L’opera trasforma la visione dello spazio circostante, mettendo in dialogo scultura e l’ambiente urbano circostante. San Giovanni Valdarno infatti, in questo modo, non è non solo una quinta teatrale ma un elemento fondante, attivo e strutturale dell’opera, offrendosi come materiale di analisi dell’artista che a partire dagli anni Settanta, in particolare dalla manifestazione “Volterra ’73” curata da Enrico Crispolti, Staccioli inizia una personale riflessione che vede la scultura porsi in relazione con il luogo in cui viene posta. Nel caso di Corso Italia l’artista crea un segno tangibile di un passaggio, sull’asse nord e sud, rimarcando il confine tra la città e la campagna circostante.
Nell’opera pensata per San Giovanni Valdarno inoltre le riflessioni sullo spazio si rafforzano per mezzo dell’uso di una forma, quella della ruota, che richiama la precarietà degli equilibri e che secondo il sentire di Staccioli, rappresenta al meglio la condizione di vita odierna.