Marco Fidolini nativo di San Giovanni Valdarno (1945) è pittore, incisore, saggista. Il 1965 segna l’anno del suo esordio presso la Galleria Vigna Nuova di Firenze. Degli anni Settanta sono le sue prime acqueforti e ben presto l’attività incisoria va ad affiancarsi a quella della pittura la cui ricerca si fonda intorno all’iconografia metropolitano-industriale. Dalla metà degli anni Novanta, Fidolini ha dato vita ad una serie di oggetti–sculture mutuati dalla coroplastica etrusca. Numerose sono le mostre alle quali l’artista ha preso parte a livello nazionale; una raccolta di sessanta acqueforti è conservata presso il Gabinetto di Disegni e Stampe degli Uffizi.
– data 1982
– titolo Ciminiera e generatore multitubolare
– tecnica acrilico, nero e terra di Siena su tela
– dimensione 107x 86 cm
– descrizione: Ciminiera e generatore multitubolare viene donata da Marco Fidolini alla Collezione comunale di San Giovanni Valdarno a seguito della mostra personale Atmos e Thanatos (1983) ospitata presso Palazzo d’Arnolfo. La costruzione dell’immagine, insieme ai colori metallici e al cielo plumbeo sembrano ricordare paesaggi ed atmosfere tratte dai dipinti della Nuova Oggettività, come dal film Metropolis (1927), danno forma ad un lessico pittorico che strizza l’occhio alla fantascienza e crea immagini senza tempo, ferme in un presente non ben definito. L’opera rappresenta con realismo forzato una parte di una fabbrica, come delineato dal titolo, senza far apparire traccia della presenza umana. Il dipinto presenta tutti gli aspetti più caratteristici e ricorrenti della ricerca dell’artista popolata da immagini industriali e urbane, sempre in bilico tra ammirazione e timore verso la perfezione delle macchine, in cui l’uomo gioca spesso un ruolo marginale. Il taglio della composizione di Ciminiera e generatore multitubolare sottolinea l’incombenza della fabbrica, che oscura il cielo con i suoi fumi e miasmi, ed evidenzia l’intento di ritrarre la costruzione industriale come un monumento minaccioso.