Gianni Pettena, nato nel 1940 a Bolzano, studia architettura presso l’Università di Firenze. Nel 1971 viene invitato negli Stati Uniti come artista residente, presso il Minneapolis College of Art and Design e presso l’Università dello Utah, a Salt Lake City. In seguito diviene ordinario della facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e dal 1980 è professore di progettazione presso la California State University School of Architecture. Prende parte a numerose esposizioni di livello internazionale tra cui la Biennale di Venezia del 1978, 1980 e 1996 partecipa a Manifesta 7 (2008).

UFO, gruppo fondato nel 1967 sull’onda della contestazione studentesca all’interno della Facoltà di Architettura di Firenze da Lapo Binazzi (Firenze, 1943), Riccardo Foresi (Firenze, 1941), Titti Maschietto (Viareggio, 1942), Carlo Bachi (Pisa, 1939) e Patrizia Cammeo (Firenze, 1943), opera una spettacolarizzazione dell’architettura nel tentativo di trasformarla in evento, azione di ‘guerriglia’ urbana e ambientale.

Pettena

– titolo: Dialogo Pettena Arnolfo / Superurboeffimero 7

– data: 1968

tecnica: installazione, happening

– dimensione: ambientale

– descrizione: L’intervento Dialogo Pettena Arnolfo di Gianni Pettena e l’happening del Gruppo Ufo sono stati presentati per il Premio di Pittura Masaccio del 1968. Pettena chiude i loggiati del Palazzo d’Arnolfo con pannelli a larghe strisce oblique nere e argento, per creare uno spazio adibito alla mostra che non concedesse rapporti con la struttura rinascimentale. L’intento è di far leggere il palazzo come una “sequenza di facciata” chiudendo i vuoti del portico dei loggiati per ospitare la mostra in questi spazi recuperati, in modo da dare la percezione del volume intero e, dopo alcuni mesi, una volta smontato l’allestimento, ridare la percezione originaria del luogo.

Gli UFO invece presentano Superurboeffimero n.7, nel quale mettono in scena un canovaccio che prevede l’arrivo degli extraterrestri sul tetto di Palazzo d’Arnolfo, un’assurda competizione fra polli ruspanti e urbopolli venusiani e il plateale sposalizio in piazza fra un’Anitona (Anita Ekberg) di cartapesta e la statua di Garibaldi, spettacolo che provocò forte scandalo e un acceso dibattito. A difesa dell’happening ci fu un intervento di Umberto Eco che tenne una breve lezione di semiologia in cui definì Superurbeffimero n. 7 come una “elaborazione semiologica sincronica”.