Cinzia Ruggeri
…per non restare immobili

a cura di Rita Selvaggio

Vestirsi è la prima cosa che si fa ogni mattina: trascurati, raffinati, “normali”.
Lo si voglia o no, l’abito è lo spettacolo (sempre intenzionale) di noi stessi

Sono queste le parole di Cinzia Ruggeri che accompagnano il progetto vestimentario ideato dalla designer per il corso di fotografia Nuove tendenze italiane nella creazione di immagini, ospitato nelle sale di Palazzo Fortuny a Venezia (12-17 dicembre 1983). In questa occasione, Cinzia presenta il video Per un vestire organico, per la regia di Studio Metamorphosi, in cui trasferisce le ricerche condotte nel design di moda.
Il set è l’eccentrico showroom milanese di Bloom, la società e il marchio di abbigliamento femminile con cui la designer sfila sulle passerelle del prêt-à-porter milanese dai primi anni Settanta e per tutto il decennio seguente. La protagonista è una creatura marina, interpretata dalla danzatrice Valeria Magli, fasciata in una tuta azzurra dotata di ventose che scivola tra gli oggetti immersi in un ambiente dipinto di lilla, sorvegliato da un finto angelo prelevato dal fondo della Pala di Brera di Piero della Francesca che si sporge da un finto pulpito. Come un polipo, Magli si avvinghia a questi totem contemporanei per conoscerli, si contorce su di essi, li imbriglia e alla fine ne rimane completamente sedotta. Così come la creatura, sinuosa e insistente, permea lo spazio della scena, la personalità di Cinzia si ritrova negli oggetti che la popolano, come il suo Tavolo acquario, progetto del 1983, e il pianoforte, ricordo della favola-presentazione che Dino Buzzati dedica all’artista diciottenne in occasione della sua prima personale di pittura alla Galleria del Prisma a Milano.
Tra i led azzurrati e freddi, le forme spigolose degli oggetti di scena e la morbidezza organica del verde, gli specchi d’acqua e di vetro, i suoni stranianti che accompagnano ogni faticoso e poetico movimento, si consuma un rito misterioso che origina dal gesto quotidiano del vestirsi, performato da un corpo eccitato proprio dalla seconda pelle, l’abito, che attiva una connessione con il mondo circostante.
Gli abiti e gli spazi creati da Cinzia sono ambienti – luoghi da esplorare, da conoscere e in cui riconoscersi, in tutte le maniere possibili, attraverso il ritmo decelerato del pensiero e l’intelligenza immediata del corpo. Abiti e oggetti non sono però passivi component della scena; anzi, sono espressioni della sensibilità della loro autrice, e uno strumento che permette alla performer di costruire il proprio incedere e prendere parte al processo di creazione delle immagini e dei loro significati.


Elena Fava è assegnista di ricerca (Infrastruttura IR.IDE, laboratorio PRIDE.IT) ed è docente a contratto nel corso di laurea in Design della moda e arti multimediali presso l’Università Iuav di Venezia. Ha conseguito il dottorato in Storia dell’arte e collabora a progetti espositivi con CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma. La sua ricerca si muove tra la riflessione sull’archivio, sul Made in Italy e le relazioni tra moda e culture del progetto.

Marta Franceschini ha conseguito un Master in Storia del Design presso il Royal College of Art e il Victoria and Albert Museum, ed è ora dottoranda in Scienze del design presso l’Università Iuav di Venezia. I suoi interessi di ricerca risiedono nelle relazioni e nei cortocircuiti tra patrimonio, identità nazionali e di genere e moda come sistema di produzione e comunicazione. Attualmente è assistente di ricerca al Victoria and Albert Museum di Londra.

…per non restare immobili è stata possibile grazie ai contributi filologici e iconografici di Aldo Lanzini e al supporto della Galleria Federico Vavassori (Milano). In collaborazione con Kunstverein di Langenhagen (G), dove la mostra sarà presentata in una versione adattata nella primavera 2021.

Progetto realizzato nell’ambito di Toscanaincontemporanea2020 


Getting dressed is the first thing you do every morning: neglected, refined, ‘normal.’
Whether you want it or not, the dress is the (always intentional) performance of ourselves.
These are the words Cinzia Ruggeri used to present the clothing project she conceived for the photography course Nuove tendenze italiane nella creazione di immagini (New Italian trends in the creation of images) hosted in the rooms of Palazzo Fortuny in Venice in December 1983. On this occasion, Cinzia presented the video Per un vestire organico, in which she transferred the research she was conducting in fashion design.
The set the eccentric Milanese showroom of Bloom, the company and the women’s clothing brand through which Ruggeri conquered the Milanese prêt-à-porter catwalks since the early seventies, and that would show collections throughout the 1980s as well. The protagonist is a marine creature, played by the dancer Valeria Magli who, swathed in a blue suit with suckers, slips between objects, immersed in a lilac painted environment, oversaw by a fake angel by Piero della Francesca leaning out of a fake pulpit. Much like an octopus, Magli clings to these contemporary totems to get to know them, and then writhes on them, harnesses them and in the end is completely seduced by them; a mysterious ritual consumes, originated from the daily habit of dressing, and from a body wired by its second skin, the dress, the real catalyst of the connection with the surrounding world. Just as the creature, so sinuous and insistent, permeates the space of the scene, Cinzia’s personality is found in the objects that populate it, such the table Acquario, a project from 1983, and the piano, a reminder of the short story-presentation Dino Buzzati dedicated to the eighteen-year-old artist on the occasion of her first solo show at the Galleria del Prisma in Milan.
Between the blue and cold LEDs, the angular shapes of the props and the organic softness of the plants scattered in the rooms, the mirrors of water and the mirrors of glass, the alienating sounds that accompany every drained and poetic movement, a mysterious ritual is consummated; this rite originates from the daily gesture of dressing, performed by a body wired by its second skin, the dress, which activates a connection with the surrounding world.
The clothes and spaces created by Cinzia are environments – places to inhabit, ready for explorations to learn about the outer world and also to better recognize oneself, through the decelerated rhythm of thought and the immediate intelligence of the body. Clothes and objects are not passive components of the scene; indeed, they are expressions of the sensitivity of their author, and a tool that allows the performer to build her own rhythm and take part in the creative process generating the images and their meanings.


Elena Fava Research Fellow at IR.IDE (laboratory PRIDE.IT) and is an adjunct professor in the degree course in Fashion Design and Multimedia Arts at Iuav University of Venice. He holds a PhD in Art History and collaborated on exhibitions with CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione of the University of Parma. Her research moves between reflection on the archive, on made in Italy and the relationships between fashion and design cultures.

Marta Franceschini holds an MA in History of Design at Royal College of Art and Victoria and Albert Museum, and is now a PhD candidate in Design Sciences at Iuav University of Venice. Her research interests lay in the liaisons and counter circuits between heritage, national and gender identities, and fashion as a system of production and communication. She is currently exhibition research assistant at the Victoria and Albert Museum in London.

…so as not to stand still has been made possible by Aldo Lanzini’s suggestions for the reconstruction of the iconography and by the support of the Galleria Federico Vavassori (Milan). In collaboration with Kunstverein in Langenhagen where the exhibition will be shown in an adapted version (spring of 2021).

Project carried out as part of the initiative Toscanaincontemporanea2020.

Ringraziamenti / Acknowlegments:

Angus Fiori (Archivio Cinzia Ruggeri, Milano)
Aldo Lanzini
Federico Vavassori e Laura Salvo (Galleria Federico Vavassori, Milano)
Emanuela Campoli (Campoli Presti, Parigi/Londra)
Francesca Pia (Galerie Francesca Pia, Zurigo)
Benedetta Pesci e Michele Stacchini (Poltrona Frau S.p.a.)
Fredi Fischli, Niels Olsen, Valentina Enhimb, gta Exhibitions, ETH Zurigo
Georg Brintrup
Anna Battista
Mariuccia Casadio
Elena Fava
Tiziana Paini

Al fine di poter garantire lo svolgimento etico dell’evento nel rispetto della normativa vigente relativa l’emergenza Covid-19, si richiede la gentile prenotazione per accedere all’opening di sabato 12 settembre e/o per le visite successive.

Fasce orarie:
18.30 – 19.00 | 19.00 – 19.30 | 19.30 – 20.00

I visitatori saranno divisi in gruppi, si prega quindi di indicare l’orario prescelto per la visita attraverso la Vs mail di risposta e prenotazione.
Vi ringraziamo per la Vs collaborazione.

Casa Masaccio Centro per l’Arte Contemporanea
Corso Italia 83, 52027 – San Giovanni Valdarno
Tel. 055 9126283
casamasaccio@comunesgv.it

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