En plein air / Paolo Meoni
Venerdi 11 maggio alle ore 19.00 si inaugura in Casa Masaccio a San Giovanni Valdarno la mostra dell’artista Paolo Meoni En plein air opere video a cura di Saretto Cincinelli e Alessandro Sarri, realizzata in collaborazione con Dryphoto arte contemporanea e Die Mauer arte contemponarea. La mostra è promossa nell’ambito della rassegna L’evento immobile 2012 e del progetto d’iniziativa regionale “Toscanacontemporanea2011”.
I recenti En plen air (2012) e Rewind (2011) hanno permesso di identificare nel fantasma della fotografia lo spettro che forse da sempre abita e fertilizza la ricerca di Paolo Meoni. Ripercorrendo a ritroso l’opera video dell’artista è ormai difficile non individuare nella relazione tra immagine statica e in movimento una sorta di basso continuo da cui scaturisce la maggior parte dei suoi lavori.
Saretto Cincinelli
Il dispositivo narrativo che Paolo Meoni adotta nel suo recente lavoro dal titolo En plein air si basa sulla negazione e sulla sostituzione, chiamando in causa contemporaneamente più forme di comunicazione: la parola, l’immagine fotografica e l’espressione del volto, tutte compresenti e racchiuse nel video, ma percepibili come tra loro staccate, “esposte” all’attenzione del fruitore come snodate l’una rispetto all’altra, in una sorta di anatomia del linguaggio. La scena, sempre uguale a se stessa, volutamente semplice grazie all’uso della camera fissa e alla scelta del bianco e nero, si propone come molto “normale”, eppure lo scollamento tra i diversi tipi di comunicazione introduce una sorta di sospensione, di senso di mancanza…
… En plein air è dunque un lavoro che, partendo da un impianto preziosamente elementare, conduce lontano verso interrogazioni sulla natura stessa della fotografia, sulle sue possibilità o meno di tradursi in linguaggio compiuto, oppure sulla sua sostanziale e anche misteriosa condizione di traccia. Il fatto poi che Paolo Meoni scelga il video per “raccontare” questa insondabilità della fotografia (non a caso le immagini fotografiche descritte dall’uomo non sono mai visibili agli occhi dell’osservatore) aggiunge ulteriore complessità e … senso di mancanza e di attesa.
Roberta Valtorta
Tutta la pratica che potremmo definire involutiva di Paolo Meoni – pratica in cui l’altro dell’immagine si presenta sotto le spoglie di un fuori che è nello stesso tempo un dentro – sembra appunto incagliarsi irreparabilmente nella rada borgesiana di “rovina circolare”. In effetti il concetto coniato dallo scrittore argentino, rovina circolare appunto, esemplifica perfettamente il modus operandi che attraversa tutto il lavoro dell’artista. Si tratta di rovine affatto particolari, rovine che stanno fra la vita e la morte in una continua collisione anacronistica; troppo poco vive per non essere rovine e troppo poco morte per esserlo compiutamente. Visioni installate in una sorta di imene plastico in cui la scena galleggia fra l’avvento di ciò che è già comparso e l’esito di ciò che non accadrà mai, scene che non rimuginano altro che “ l’intervallo muto della loro duplice essenza che disordina e ordina, sconvolge e acquieta, tormenta e regola, porta alla luce e nasconde” (Jean-Luc Nancy). Visioni meno abbandonate da qualcuno che abbandonate dall’abbandono stesso come fine inscritto nel mezzo. Un abbandono o meglio una sopravvivenza di cui si sono perse le tracce e di cui non si risaliranno mai le cause.
Alessandro Sarri
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INAGURAZIONE venerdì 11 maggio ore 19.00
a cura di
casa masaccio / centro per l’arte contemporanea
52027 San Giovanni Valdarno
Corso Italia, 83
Tel. 055 9126283
casamasaccio@comunesgv.it
www.casamasaccio.it