Dopo il diploma all’Istituto d’Arte di Catania, si trasferisce a Roma dove lavora come grafico. Dal 1955 al 1958 frequenta i pittori neorealisti della galleria Il Pincio e nel 1960 tiene la prima personale alla galleria Elmo di Roma. In questi anni entra a far parte del gruppo Il Pro e il Contro. A metà degli anni Sessanta diviene assistente di Renato Guttuso per poi avere una cattedra sua all’Accademia di Belle Arti di Roma. La prima partecipazione alla Biennale di Venezia è del 1966, e sarà presente in altre tre edizioni: nel 1978, 1982 e 1988. Del 1971 è la sua prima mostra antologica a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, mentre nel 1985 espone al Metropolitan Museum di New York. Nel 1995 è nominato Accademico di San Luca e nel dicembre 2004 riceve la Medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica Italiana come benemerito dell’arte e della cultura.
– titolo: Forma nuova nella campagna di San Giovanni
– data: 1962
– tecnica: olio su tela
– dimensione: 88×100 cm
– descrizione: Piero Guccione presenta il dipinto Forma nuova nella campagna di San Giovanni per la terza edizione del premio di Pittura Masaccio (1962), dove gli viene assegnato il quinto premio. In linea con le prime edizioni, in cui gli artisti in concorso erano chiamati a realizzare opere relative al contesto urbano o paesaggistico valdarnese, l’artista propone una veduta del paesaggio attorno a San Giovanni Valdarno. Vengono così messe in luce non solo le colline che salgono verso le montagne del Casentino, ma soprattutto le conseguenze della ricerca della lignite, legno fossile utilizzato come combustibile e che ha costituito l’elemento base della precoce industrializzazione del Valdarno. Proprio con l’intenzione di lasciare ai posteri un’istantanea della situazione, il dipinto vede al centro della composizione l’escavatrice che trasforma il paesaggio e il caldo color ocra della terra rialzata e smossa. Grazie ad una pittura fatta di pennellate nervose l’opera riesce a veicolare l’azione senza freno dell’escavatrice, quasi un mostro fagocitante che fin dal titolo viene tracciata come centro della rappresentazione.